TERRITORIO



Il toponimo "Fontanafredda", si riferisce proprio alla antica fontana collocata a cavallo della linea delle risorgive, fra il materasso di ghiaia alluvionale e lo sbarramento di argilla che obbliga l'acqua ad uscire allo scoperto.

La cosiddetta "fontana frigida" è ancor oggi visitabile presso il parco del Ristorante Fassina e sempre nel medesimo luogo si può notare un cartello creato appositamente, per segnalare la presenza della prima fontana del paese.

foto risorgiva presso ristorante Fassinafoto cartello indicante la prima fontana del paese

Fontanafredda costituisce un insieme di ambienti naturali diversificati, che prendono vita intorno alle acque del fiume Livenza e dei suoi affluenti. Queste zone sono caratterizzate da una flora e da una fauna che costituiscono un'oasi nel verde, luogo idelae per dedicare il proprio tempo libero alla vita all'aria aperta. Vi si può accedere da Ranzano, frazione di Fontanafredda e da Vigonovo, proseguendo poi verso Nave, altra frazione di Fontanafredda. Il fiume Livenza nasce ai piedi del Cansiglio, in un territorio compreso fra i comuni di Caneva e Polcenigo; le sue sorgenti principali sono tre: la sorgente del Molinetto e quella della Coda Molla, entrambe site nel comune di Caneva e la sorgente della Santissima a Polcenigo. Le acque di queste tre sorgenti si incontrano a sud del Longone e poi proseguono in direzione mord-sud verso Sacile, Brugnera e Portobuffolè dando vita a numerosi fenomeni naturali, fra cui quello delle risorgive. Le risorgive sono acque che, incapaci di fluire ulteriormente attraverso il sottosuolo, sempre meno permeabile, alzano il loro livello e sgorgano in superficie, formando fontanai e olle.

Entrambi sono depressioni, ma nei primi, l'acqua sgorga per semplice sfioramento dal sottosuolo, nei secondi invece, la fuoriuscita avviene con una notevole pressione.
Accanto a tale fenomeno vi è inoltre, un ambiente naturale di grande bellezza, situato a Vigonovo: i prati umidi.
Questi si collocano lungo piccoli corsi d'acqua come il rio Bodegan, il fiume Orzaia, l'Acqua del Molino e caratterizano in particolare, Val Grande e Molino de Rovere, due aree che fanno parte di un progetto di tutela ambientale attuato dall'Amministrazione Comunale per la presenza in loco di piante rare o insolite per la posizione.


foto di prati umidifoto del laghetto De Roverefauna del laghetto

La Val Grande, a est dell'abitato di Romano di Vigonovo, è caratterizzata da avvallamenti creati dalle acque di risorgiva provenienti da Romano e nella parte centrale presenta molte diverse specoe di flora che crescono nelle isole galleggianti, particolarmente onteressanti dal punto di vista naturalistico.
Tale interesse, purtroppo però negli ultimi anni, è andato perduto diminuendo a causa del progressivo ridursi delle aree gloristiche e naturalistiche a seguito di attività di imbonimento dei terreni, di discariche, di riempimento di polle e fosse di risorgiva e di coltivazioni estensive dei terreni. Attualmente, si possono osservare qualche boschetto di ontani e molte specie vegetali, fra cui il senecio erbadoria, la poligola amarognola, il raponzolo orbiculare, il fiordaliso.


foto di Senecio Erba Doriafoto di Raponzolo orbicularefoto di Poligola amarognolafoto di Fiordaliso

Nella Parte centrale della valle invece, si osservano delle isole galleggianti, formate dal desposito di residui vegetali e di fango, su cui crescono il cardo di palude, la salcerella, la brasca arrossata, l'erbavescica minore, i nontiscordardimè delle paludi, il crescione d'acqua.
L'Acqua del Molino è formata dalle numerose risorgive a sud di Vigonovo e dalle acque del rio della Missa, popolate da trote e anguille. L'allevamento di questi pesci, nel corso degli anni è stato molto redditizio, come dimostra la presenza di almeno dieci pescherie tra le sorgenti del Livenza e il corso della Paisa. Allo stesso tempo però ha notevolmente contribuito alla scomparsa della trota marmorata, sostituita da altre specie di trota, come quella iridea o la fario.

foto di Salcerellafoto di Brasca arrossatafoto di Rio Paisà

Si notano poi, boschetti di ontano, prati umidi e numerose specie di fiori, come le orchidee palmate, la scrufolaria alata e le felci che crescono fra le polle di risorgiva. Tale acque costituiscono la risorsa indispensabile per l'attività del Mulino De Rovere di Vigonovo. Esso è collocato in località Vallonga, nella zona bassa di Vigonovo ed è una magnifica struttura, opera dell'ingegno umano. Il mulino iniziò ad essere operativo nel 1842, grazie all'opera di Pietro Vitginio De Rovere, il quale decise di sfruttare l'acqua del rio Vallonga per muovere la ruota orizzontale del mulino collegata a due macine in pietra, una delle quali è ancora visibile nell'attuale sede. Tale sistema di funzionamento fu sostituito nel 1913, quando la antica ruota venne cambiata con una vasca di contenimento e una turbina atta a muovere un nuovo impianto di macinzaione Buhle.
Questo impianto permetteva di macinare fino a cinque quintali di cereali al giorno. Nel 1920 i proprietari installarono im generatore di corrente elettrica da 50 kw e a quel punto, il mulino divenne una piccola centrale idroelettrica che formì energia agli abitanti di Vigonovo, Romano e Ranzano fino alla fine degli anni '40. Il mulino fu gestito dal signor Giordano De Rovere fino al 1987, data in cuicessò di essere operativo e successivamente da Mario De Rovere che ebbe il compito di custodirlo e di garantirne la funzionalità.
L'area intorno al mulino è costituita da canali e da un piccolo lago, popolato da cigni, pesci e molti animali acquatici.

Tra le strade che portano da Ranzano a Fiaschetti e a Nave, vi è un'area che è in grand parte coltivata ma che, in parte, presenta ancora le caratteristiche di un tempo: prati stabili, prati umidi, cespugli e campo chiusi da siepi. È il Bodegan. Proprio qui ha origine il Rio Bodegan, da acque superficiali che si racclgono in fossi, prosegue poi per il terrritorio fontanafreddese e confluisce nel Livenza nei pressi della chiesetta di San Antonio di Nave (per maggiori informazioni su questa ultima, si veda la pagina Storia e Arte).
L'area in questione è caratterizzata da specie naturali di grande bellezza molte delle quali, purtroppo in via di estinzione. Vi sono piantine di fragola, salici e ontani, un boschetto di platani e ovunque, le felci.
Nelle zone umide, grazie ad una giusta temperatura e umidità, si trovano specie vegetali tipiche dell'alta montagna, fra cui la radichella di Froelich, il gladiolo reticolato, la parnassia, la scorzonera minore, la mazzasorda e molte altre.

foto di Gladiolofoto di Parnassiafoto di Mestolacciafoto di Genziana mettimborsa

Esempi faunistici invece, sono la lucertola vivipara, il tritone punteggiato, il topo selvatico e la talpa europea.

foto di talpa europeafoto di topo selvatico

Nella zona ed est di Vigonovo, nei pressi della chiesetta di San Antonio, prende origine il Rio Picol, affluente dell'Orzaia e vi si trova un'area molto interessante dal punto di vista floristico. Qui vi sono numerose specie di orchidee. Tutta l'area inoltre, è famosa per la sosta e la nidificazione di uccelli di passo e stanziali.

foto di Orchidea con foglie larghefoto di Orchidea a spiralefoto di Lino d'acquafoto di erba cucco

Ultimo sito di interesse naturalistico da segnalare è quello che si colloca a sud della via che da Sacile porta a Vigonovo, in cui è presente una polla di risorgiva con prati umidi e paludosi e da cui si origina un rio che va a confluire nell'acqua del Molino: il Saccon. Qui si può osservare il lino d'acqua, l'erba cucco, le orchidee e il senecio erbadoria.


Fonti:
- Flora delle zone umide dell'Alto Livenza, Roberto Pavan e Severino Costalonga, Associazione Naturalisti Sacile, 2001.
- I sapori dell'acqua, Le tre Venezie, 2003.
- Rivista Dimensione Pro Fontanafredda, Giovanni Spisa a cura della Pro Fontanafredda, 2005.
Codici sorgenti certificati W3C - Progetto e realizzazione Alice Redivo aliceredivo@gmail.com